Il 17 maggio 1990 l’omosessualità è stata depennata definitivamente dall’elenco delle malattie psichiatriche. Ma non c’era bisogno del ravvedimento degli ‘psico-nazisti’ per sapere che sono piuttosto l’omofobia, e in generale la paura della liberazione e della diversità di ogni tipo (sessuale, etnica e culturale), a rappresentare vere e proprie patologie sociali!

La "cultura" politica italiana risulta ancora oggi profondamente affetta dall’omofobia, contagiata da quegli agenti patogeni che sono i gerarchi della chiesa cattolica e i loro scagnozzi presenti nei partiti di destra e di centro-sinistra. [leggi tutto > continua]

 

1 ancora oggi non è stata promulgata una legge che protegga esplicitamente lesbiche, gay, trans e intersessuali dalla discriminazione e l’aggravante razzista e omofoba non viene contestata nei frequenti casi di violenza sulle persone LGBTQI

2 la legislazione italiana permette di intervenire chirurgicamente sui genitali di neonati intersessuali e costringe uomini e donne trans a sottoporsi all’operazione di riassegnazione chirurgica del sesso per poter cambiare i documenti d’identità

3 i mezzi di informazione (e sappiamo chi in gran parte li controlla!) utilizzano termini offensivi nei confronti delle/dei trans, di lesbiche e gay (così come si ostinano a utilizzare la parola ‘clandestino’ per evidenti fini politici), e per lo più reagiscono con un ipocrita silenzio alle violenze che colpiscono gay, lesbiche e trans in Italia.

Sotto un governo di destra tenuto sotto scacco dalla Lega, che respinge i migranti violando il rispetto dei diritti umani, omofobia, xenofobia e razzismo sono pericolosamente aumentate nella società italiana, in nome di una sedicente libertà di espressione che dimentica i valori espressi dalla nostra costituzione democratica e antifascista. 

L’Italia è oggi un paese in cui si consumano episodi di violenza collettiva sulle trans da parte della polizia, supportate da ‘ronde’ di fascisti e compiacentemente ripresi dalle videocamere del TG1 (è accaduto a Roma il 19 maggio 2008!).

In questa situazione, le recenti sortite del presidente della camera Fini, accolte con entusiasmo da alcune organizzazione di gay e dei loro genitori, non possono che vederci radicalmente estranei. 

Il nostro invito è ad abbandonare le stanze oscure del potere, per agire nel corpo vivo della società.

A rispondere all’assordante silenzio dei media senza elemosinare pietà ad ‘autorità’ politiche o psichiatriche, ma facendo sentire le nostre voci: fini-amola subito con omofobia e xenofobia!

 
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