A una settimana dalla ricorrenza della giornata mondiale contro l’omofobia scendiamo in piazza il 23 maggio come queer* against racism insieme a le/gli immigrate/i per urlare NO a ogni forma di razzismo.
Omofobia, xenofobia e razzismo sono pericolosamente aumentate nella società italiana, sotto un governo di destra tenuto in scacco dalla lega, in nome di una libertà di espressione astratta e ipocrita che dimentica i valori espressi dalla nostra costituzione democratica e antifascista.
Il razzismo interviene ogni volta che si distingue tra chi ha diritto ad avere diritti umani e chi no – tra chi è considerato ‘pienamente umano’ e chi no. Questo processo di disumanizzazione coinvolge oggi non solo le/gli immigrate/i, ma anche lesbiche, gay, trans e intersessuali, discriminati socialmente e giuridicamente anche a causa delle ingerenze politiche degli integralismi religiosi, a partire da quello cattolico.
Immigrate e immigrati LGBT si trovano così doppiamente discriminate/i, tanto sotto il profilo della cittadinanza che della autodeterminazione, e subiscono razzismo (xenofobia e omofobia) sia per la cultura di provenienza che per la sessualità. 
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Un assommarsi di fattori di oppressione che come queer* against racism vogliamo denunciare.
In Italia oggi si ‘respingono’ i/le migranti violando i diritti umani fondamentali, impedendo loro di autodeterminarsi anche per tramite della scelta migratoria, e non informandole/li del diritto all’asilo per chi viene perseguitata/o nel paese di origine per le proprie scelte sessuali e relazionali.
In Italia i mezzi di informazione (e sappiamo chi in gran parte li controlla!) si ostinano a utilizzare la parola ‘clandestino’ per l’evidente fine politico di disumanizzare le/gli migranti, e allo stesso modo utilizzano termini offensivi nei confronti delle/dei trans (come ‘viado’, un insulto in brasiliano). Dinanzi agli episodi di violenza su LGBT immigrate/i o no reagiscono con un ipocrita silenzio quando non fanno di peggio.
L’Italia è infatti oggi un paese in cui, con il pretesto della sicurezza, si consumano episodi di violenza collettiva sulle prostitute trans, italiane e immigrate, da parte della polizia supportata da ‘ronde’ di fascisti, compiacentemente ripresi dalle videocamere del TG1 (è accaduto a Roma il 19 maggio 2008!).
In questa situazione, il nostro invito è a rispondere all’assordante silenzio dei media senza vittimismi e senza elemosinare pietà ad ‘autorità’ politiche o religiose ma facendo sentire le nostre voci.
No a omofobia e xenofobia! No a ogni forma di razzismo!