La violenza su lesbiche, gay, trans in Italia è politicamente motivata. Non viene per caso ma è parte della grave ondata di razzismo che destre vecchie e nuove alimentano per puri scopi di lotta per il potere – nel silenzio o spesso con l’appoggio di opposizioni centriste sempre più conniventi e ipocrite.
Rigettiamo il disprezzo che politicanti corrotti e sessisti riservano per gay, lesbiche e trans per coprire, grazie al servilismo dei media, un costume politico che scambia prestazioni sessuali, responsabilità di governo e risorse pubbliche in un intollerabile mercato delle vacche.
E’ quel disprezzo che legittima e dà impunità alla violenza e prevaricazione sulle LGBTQ, dai piccoli episodi di umiliazione, agli insulti, alla violenza dei coltelli e delle bombe carta.
A causa di ciò, la violenza non si combatte certo con nuove misure poliziesche o rivolgendoci agli autori del famigerato pacchetto sicurezza – i principali responsabili politici del problema razzismo.
[leggi tutto > continua]
 
 09.09.09 No violenza omofobica
  
Inoltre, sebbene sia grave in Italia la mancanza di leggi che ci tutelino dall’omofobia, denunciamo che manca ormai il contesto culturale minimo in cui accontentarsi di una legge che rischierebbe di rimanere inapplicata come avviene regolarmente con le aggravanti alla L. Mancino.
E’ necessario invece prendere parola per cancellare l’impunità alla diffusa omofobia verbale e impostare un’operazione di rivoluzione culturale. In questo senso i media, anche la stampa più qualificata portano gravi responsabilità. Quando la smetterà di chiamare le trans al maschile? O di utilizzare quell’ipocrita e inutile tono pietistico?
Gay, lesbiche e trans possono e devono reagire in prima persona. Con la parola, innanzitutto, per smascherare gli istigatori della violenza nella politica ma anche con l’autodifesa nei confronti di fascisti e omofobi. Garantendo l’agibilità dei nostri luoghi di ritrovo, parlando tra noi, riferendo e segnalando episodi e situazioni critiche.
Con la visibilità sempre. Perché è quella che vogliono colpire, quando ci attaccano.
 
contributo pubblicato in "In fondo l’Itaglia è tutta qua" del coordinamento Facciamo Breccia
scarica il volantino > una vipera sarò.pdf